Vezza d'Oglio: nasce il progetto "La memoria delle pietre"

Vezzad'Oglio - La terza edizione del simposio internazionale di scultura del marmo bianco di Vezza d'Oglio (Brescia) sta richiamando l'attenzione anche oltre i confini della alle Camonica, tanti turisti e visitatori saliti in alta valle stanno seguendo giorno dopo giorno la lavorazione del marmo da parte degli artisti Pedro AniaAleksei Dmitriev Leonidovich, Farzad Dashtizadeh, Kiryl Krokhaliou, Silvia Maffioli, Mohammad Mehdi Ashoori e Cristiana Viviani.
La memoria delle pietre - Percorso di ricerca e valorizzazione artistica dei siti estrattivi delle pietre da lavorazione della Valle Camonica, la Valle dei Segni
E' stato presentato il progetto “La memoria delle pietre”, con un focus particolare sull’installazione prevista per la Cava del Borom. Presso la Torre Federici a Vezza d’Oglio; i curatori del progetto hanno preso la parola, presentando i collaboratori ed elencando le caratteristiche salienti del ricco ed ambizioso percorso che li accompagnerà per i prossimi tre anni.
Il progetto era stato inizialmente brevemente presentato nel corso della conferenza stampa di lancio del III Simposio di scultura del marmo bianco (in corso dal 28 luglio al 4 agosto 2018 sempre a Vezza d’Oglio). A tal proposito si ricorda che la Comunità Montana di Valle Camonica, gestore del Distretto Culturale e del Gruppo Istituzionale di Coordinamento del Sito Unesco, è l’ente che ha dato avvio a questo progetto di valorizzazione dei principali siti di estrazione di pietre e marmi a destinazione artistico-artigianale presenti in Valle Camonica.
L’incontro è stato aperto da Simona Ferrarini, Assessore alla Cultura in Comunità Montana, che ha rimarcato l’importanza per il territorio di progetti di questo tipo, che coinvolgono i giovani, andando a sottolineare le bellezze presenti in loco ed il loro recupero; a seguire, l’intervento di Laura Poli e Marzia Piazzani (curatrici del Simposio, ricca cornice ospitante l’incontro) e di Antonio Lanzi (Consigliere con delega alla Cultura del Comune di Vezza d’Oglio, che ha portato i saluti ed i complimenti dell’amministrazione comunale).
Milena Berta (scultrice vezzese) e Alessandro Pedretti (musicista, camuno d’adozione) hanno quindi raccontato i retroscena di un progetto nato dalla comune passione per il territorio e per le cave (luoghi ormai per la maggior parte caduti in disuso, la cui anima silenziosa resta tra le spaccature delle pietre, in attesa che qualcuno la riporti in vita donandole nuove forme e voci). Milena ed Alessandro stanno lavorando già da mesi alle prime installazioni, che nel corso delle prossime settimane verranno inaugurate nei Comuni di Vezza d’Oglio e Braone; il loro lavoro di sinestesia tra suono e pietra proseguirà poi presso gli altri 8 Comuni della Valle Camonica che hanno aderito al progetto, svolgendosi appunto nell’arco di tre anni e dando vita a dei percorsi turistici.
Ad accompagnarli in quest’avventura, da qui sino alla fine del 2018 ci saranno anche altre 4 figure professionali, individuate tramite bando della Comunità Montana di Valle Camonica: un geologo (Fabio Alberti), uno storico (Alberto Bianchi), un antropologo (Loris Bendotti) e un foto-videoperatore (Andrea Grasselli, sostituito nella prima fase da Silvano Richini). Alberto e Loris hanno preso la parola per sottolineare i presupposti di come avrà luogo il proprio lavoro di ricerca, incentrato sul ritrovamento e l’analisi delle fonti, sulla raccolta delle testimonianze e sulla comprensione delle dinamiche di interazione con il territorio camuno ed oltre rispetto alla realtà di queste cave.
La serata è stata l’occasione anche per svelare la scultura in marmo bianco che tra qualche settimana verrà posizionata presso la Cava del Borom: forma fluida e sinuosa il cui palesarsi al pubblico rapito è stato accompagnato dall’ascolto del brano musicale relativo, arricchito dalla testimonianza del signor Rocco, ultimo scalpellino di Vezza. Il signor "Rochino" – 89 anni, come ha voluto precisare – ha poi preso la parola per raccontare la sua testimonianza diretta di ultimo picaprede del Borom. Rocco Conforti che ha commosso il pubblico con i racconti della sua giovinezza trascorsa al lavoro nella cava del Borom.